Ho appena finito di leggere “Elise e il cane di seconda mano”, dello scrittore e sceneggiatore danese Bjarne Reuter, tradotto da Eva Valvo e pubblicato da @iperborea, nella collana I miniborei. L’ho trovato bellissimo, leggero e profondo insieme, come spesso gli scrittori nordici sanno essere. Elise è una bambina assai vivace, dotata di una fervida fantasia, che vive sola con il papà. La mamma è lontana per lavoro, in Brasile, alle prese con la costruzione di un ponte nel bel mezzo della foresta amazzonica. Elise desidera soprattutto una cosa, anzi due: che papà le regali un cane e che la mamma finisca presto il suo lavoro e ritorni a casa. Il primo desiderio riesce rocambolescamente a realizzarlo e si ritrova come amico un improbabile cane di seconda mano, grassottello, buffo, con le gambe storte, ma che sembra sorriderle ed essere, in qualche modo, speciale. Ed, in effetti, è molto speciale, perchè è in grado di parlare come un essere umano, anche se lo fa solo con lei. Si chiama McAduddi, per gli amici Duddi, e insieme vivono avventure straordinarie e spassosissime, condite da momenti di meravigliosa tenerezza e delicata poesia. Colpisce particolarmente la facilità con cui si passa da un registro all’altro, la capacità dell’autore di far vibrare corde profondamente diverse, mai in modo subdolo o furbo, piuttosto con estrema grazia e naturalezza. A proposito di corde che vibrano, una protagonista importante di questa storia è la musica. Le pagine sono permeate di musica. Viene fuori sempre, potente, fa da contrappunto alle parole ed è in grado di colmare vuoti, aprire porte, riportare a casa. La sentiamo risuonare nel violino dal padre di Elise, nelle canzoni della zia Fie, nel giradischi della Signorina Martini e nei cori russi di Rachmaninov, parte essenziale della liturgia di un insolito battesimo canino bagnato dal vermut. Perchè Rachmaninov è uno che se ne intende, di cori russi e di nostalgia. Come Elise. Anche lei se ne intende di nostalgia, e molto, a tal punto che, quando affiora prepotente, ha imparato a tenerla a bada: bastano un sacchetto di liquirizie salate, un cane di seconda mano e un’immaginazione senza confini. Cari insegnanti, quando vi chiedete cosa far leggere ai vostri ragazzi durante le vacanze, dimenticate quei libri terribili di alcune case editrici terribili con illustrazioni terribili e, nella vostra lista, seminate un libro pieno di bellezza come questo: avrete ottime probabilità di coltivare futuri, splendidi lettori. Un libro per tutti, che consiglio a partire da 9/10 anni. (…) “Sai cosa bisogna ricordarsi?” “Dimmi” “Bisogna ricordarsi che gli aeroplani partono, ma poi ritornano a casa.” “E’ importante?” domandò l’indigeno. Elise rispose che era la cosa più importante al mondo. (…) #libreriasemiminimi #seminiamoletture #coltiviamolettori #recensionisemiminime
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