Un posto in cui cercare

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Ogni tanto noi librai che amiamo molto questo lavoro abbiamo bisogno di ricordarci il perché lo abbiamo scelto. Intendo i motivi profondi. Specialmente nei periodi più bui, nei pomeriggi invernali in cui la libreria è meno frequentata, per non parlare di questa ultima settimana di paura diffusa e poca gente in giro.

Ho avuto il piacere di leggere in anteprima questo piccolo saggio di Katherine Rundell “Perché dovresti leggere libri per ragazzi anche se sei vecchio e saggio”, in libreria da oggi, edito da Rizzoli, dove l’autrice scardina in poche pagine una lunga tradizione di scarsa considerazione per la letteratura per ragazzi. E lo fa con la solita leggerezza della penna e con il preciso invito a ribellarsi nei confronti di chi ci vuole vittime dell’imbarazzo e della vergogna se ancora, da vecchi e saggi quali siamo o dovremmo essere, ci ostiniamo a leggere libri per ragazzi.

E senza starmi tanto a dilungare (che la recensione altrimenti diventa più lunga del libro), vi dico che vi ho colto l’essenza della mia scelta di libraia, uno di quei motivi profondi, perché, decidendo di praticare questo mestiere, ho fatto istintivamente quello che lei apertamente suggerisce: “Diffidate dunque da chi vi dice di essere seri, di calcolare i profitti della vostra fantasia (…) I libri per ragazzi non sono un posto in cui nasconderci, sono un posto in cui cercare”.

Facciamoci beffe dell’imbarazzo, dunque. Cerchiamo. E lasciamo perdere Platone.

 

 

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